La Toscana ha scritto pagine decisive della storia della cultura e della democrazia. Oggi, in un tempo fragile e complesso, siamo chiamati a far rifiorire quello spirito: restituire centralità alla cultura, alla scuola, alla formazione, significa dare radici profonde e futuro solido alla nostra comunità.
La cultura non è un lusso, ma linfa vitale: senza memoria, educazione e conoscenza non esiste democrazia, non c’è coesione sociale, non c’è speranza. La scuola deve tornare a essere laboratorio di cittadinanza attiva, luogo in cui i giovani imparano non solo nozioni, ma il senso del vivere insieme, la responsabilità, la cura del bene comune.
Un nuovo umanesimo parte da qui: dal rendere la cultura accessibile a tutti e dalla scuola come motore di giustizia sociale, crescita e libertà.
Le azioni da fare per la provincia di Arezzo
Per la cultura
- Rigenerare spazi pubblici in borghi e periferie trasformandoli in centri culturali, biblioteche e teatri.
- Creare reti territoriali tra comuni, scuole, musei e associazioni.
- Rafforzare le biblioteche come luoghi di formazione permanente e di inclusione.
- Portare arte e cultura nei territori montani e rurali per contrastare lo spopolamento.
- Digitalizzare il patrimonio culturale per renderlo accessibile a tutti.
- Promuovere festival, eventi diffusi e percorsi di turismo culturale sostenibile.
- Offrire formazione innovativa agli operatori culturali.
Per la scuola
- Investire in edilizia scolastica sicura, sostenibile e innovativa.
- Rafforzare laboratori digitali, robotica e coding anche nei piccoli centri.
- Contrastare le disuguaglianze con borse di studio e scuole aperte il pomeriggio.
- Valorizzare i docenti e trasformare la scuola in centro civico della comunità.
- Introdurre percorsi concreti di educazione civica e cittadinanza attiva in ogni ciclo scolastico.



